La rivoluzione greca
Ricevo e con vero piacere “ritrasmetto” un articolo inviatomi da Atene, da parte del dottor Apostolos Apostolou. Avevo invitato giorni fa il dottor Apostolou a scrivere un “pezzo” sugli scontri che stanno infiammando Atene e la Grecia in questi giorni. Si tratta di una visuale non filtrata dai telegiornali ma che proviene direttamente dal tessuto sociale e intellettuale greco.
Gli scontri di Atene come gli scontri delle banlieue parigine… Mi chiedo quand’è che cominceremo ad incazzarci un pochino anche in Italia, al di là dei fatti di Genova 2001… Altro che Social Card!!!
La grande rivoluzione che in questi giorni di feroci scontri sociali vede protagonisti i giovani in Grecia e in particolar modo ad Atene, esprime sicuramente la necessità di avere una nuova società in grado di rispettare la dignità dell’uomo. I giovani di oggi in Grecia sono sostenitori di una nuova ideologia, fuori da un sistema autoritario che organizza il capitalismo nella sua fase di internazionalizzazione.
Le manifestazioni di strada dei giovani sono contro lo strapotere della polizia, contro l’emarginazione; i giovani rifiutano tutte le istituzioni borghesi, la scuola, ovvero quella scuola conservatrice che esprime e sostiene le idee del commercio, dei partiti politici, con ideologie fallimentari che appartengono alle grandi utopie della storia; la famiglia (che non ha più un ruolo reale nella società).
I giovani immaginano una società di libertà e di uguaglianza, con una democrazia diretta basata sulla dignità della libertà e dell’eguaglianza sostanziale.
In un’epoca dove i ricchi sono diventati non solo più ricchi ma molto più ricchi, i sindacati non fanno paura a nessuno; e proprio in una società, come la società greca, dove i salari operai fra il 2007 ed 2008 sono diminuiti, anche gli stipendi degli impiegati e tutte le prospettive di benessere della società greca sono condizionate da una scena politica monotona basata sulle regole dei partiti politici delle due principali famiglie: quella dei Karamanlis e quella dei Papandreou. Dopo il fallimento dell’economia mondiale dobbiamo trovare la speranza di poter realizzare un altro sistema economico (andando al di là del Keynesismo e del Globalismo che rappresentano “l’ultimo miracolo economico”) e sociale; la speranza di trasformare da cima a fondo questa società, di cacciare i padroni, di abolire lo sfruttamento e il dominio dei potenti. Ma dobbiamo anche trovare prospettive metapolitiche e una nuova ideologia rivoluzionaria.
In Grecia i giovani non vogliono ricevere dai politici delle ideologie palingenetiche: vogliono valori autentici, proposte alternative per costruire una società basata sull’autogestione. La storia della modernità non sarebbe altro che il dispiegarsi del principio della stessa libertà. Anche nell’epoca del postmoderno sono più che mai vivi i principi della libertà. C’è la volontà di costruire una società a misura dei bisogni e delle aspirazioni degli uomini e delle donne, una società basata sull’uguaglianza sociale, con un diverso sistema economico e sociale.
I giovani che si ribellano oggi sono in Grecia, domani saranno in Italia, oppure in Francia ecc.: tutti vogliono riconquistare la propria libertà e l’indipendenza, dal mondo dei mass media e della cultura che sentono il bisogno di esprimere. I media (o “mediocratia” come diciamo in Grecia) non sono un mezzo di comunicazione ma un mondo a parte, un mondo dove non ha valore la realtà oggettiva, ma solo la realtà o l’esperienza filtrata dal potere della telecomunicazione.
Il ciberspazio è il nuovo luogo dell’attività dell’uomo postmoderno ma anche un nuovo sistema, un “mezzo” che potrebbe guidare verso l’oppressione e la divisione delle grandi masse popolari con l’aiuto della tecnica economica e della tecnica politica.
Su questi temi si muove il movimento dei giovani in Grecia, dei “piccoli” protagonisti (piccoli perchè hanno un’età compresa tra i 15 e i 20 anni) non desiderano migliorare il sistema ma vogliono cambiare il sistema.
Ricevo e con vero piacere “ritrasmetto” un articolo inviatomi da Atene, da parte del dottor Apostolos Apostolou. Avevo invitato giorni fa il dottor Apostolou a scrivere un “pezzo” sugli scontri che stanno infiammando Atene e la Grecia in questi giorni. Si tratta di una visuale non filtrata dai telegiornali ma che proviene direttamente dal tessuto sociale e intellettuale greco.
Gli scontri di Atene come gli scontri delle banlieue parigine… Mi chiedo quand’è che cominceremo ad incazzarci un pochino anche in Italia, al di là dei fatti di Genova 2001… Altro che Social Card!!!
La grande rivoluzione che in questi giorni di feroci scontri sociali vede protagonisti i giovani in Grecia e in particolar modo ad Atene, esprime sicuramente la necessità di avere una nuova società in grado di rispettare la dignità dell’uomo. I giovani di oggi in Grecia sono sostenitori di una nuova ideologia, fuori da un sistema autoritario che organizza il capitalismo nella sua fase di internazionalizzazione.
Le manifestazioni di strada dei giovani sono contro lo strapotere della polizia, contro l’emarginazione; i giovani rifiutano tutte le istituzioni borghesi, la scuola, ovvero quella scuola conservatrice che esprime e sostiene le idee del commercio, dei partiti politici, con ideologie fallimentari che appartengono alle grandi utopie della storia; la famiglia (che non ha più un ruolo reale nella società).
I giovani immaginano una società di libertà e di uguaglianza, con una democrazia diretta basata sulla dignità della libertà e dell’eguaglianza sostanziale.
In un’epoca dove i ricchi sono diventati non solo più ricchi ma molto più ricchi, i sindacati non fanno paura a nessuno; e proprio in una società, come la società greca, dove i salari operai fra il 2007 ed 2008 sono diminuiti, anche gli stipendi degli impiegati e tutte le prospettive di benessere della società greca sono condizionate da una scena politica monotona basata sulle regole dei partiti politici delle due principali famiglie: quella dei Karamanlis e quella dei Papandreou. Dopo il fallimento dell’economia mondiale dobbiamo trovare la speranza di poter realizzare un altro sistema economico (andando al di là del Keynesismo e del Globalismo che rappresentano “l’ultimo miracolo economico”) e sociale; la speranza di trasformare da cima a fondo questa società, di cacciare i padroni, di abolire lo sfruttamento e il dominio dei potenti. Ma dobbiamo anche trovare prospettive metapolitiche e una nuova ideologia rivoluzionaria.
In Grecia i giovani non vogliono ricevere dai politici delle ideologie palingenetiche: vogliono valori autentici, proposte alternative per costruire una società basata sull’autogestione. La storia della modernità non sarebbe altro che il dispiegarsi del principio della stessa libertà. Anche nell’epoca del postmoderno sono più che mai vivi i principi della libertà. C’è la volontà di costruire una società a misura dei bisogni e delle aspirazioni degli uomini e delle donne, una società basata sull’uguaglianza sociale, con un diverso sistema economico e sociale.
I giovani che si ribellano oggi sono in Grecia, domani saranno in Italia, oppure in Francia ecc.: tutti vogliono riconquistare la propria libertà e l’indipendenza, dal mondo dei mass media e della cultura che sentono il bisogno di esprimere. I media (o “mediocratia” come diciamo in Grecia) non sono un mezzo di comunicazione ma un mondo a parte, un mondo dove non ha valore la realtà oggettiva, ma solo la realtà o l’esperienza filtrata dal potere della telecomunicazione.
Il ciberspazio è il nuovo luogo dell’attività dell’uomo postmoderno ma anche un nuovo sistema, un “mezzo” che potrebbe guidare verso l’oppressione e la divisione delle grandi masse popolari con l’aiuto della tecnica economica e della tecnica politica.
Su questi temi si muove il movimento dei giovani in Grecia, dei “piccoli” protagonisti (piccoli perchè hanno un’età compresa tra i 15 e i 20 anni) non desiderano migliorare il sistema ma vogliono cambiare il sistema.
Apostolos Apostolou
Dottore in Filosofia-Critico letterario
Università di Atene
http://battipagliadallalto.splinder.com/
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